Dopo gli involtini di cotica di maiale, ecco la mia seconda ricetta per la sfida MTC di aprile sul quinto quarto animale.
Sto trovando la sfida proposta da Cristiana molto stimolante, non solo per la possibilità di riprendere una cucina che avevo ahimè dimenticato e abbandonato, ma anche per gli innumerevoli spunti che stanno arrivando dagli altri sfidanti: ricette interessanti, che fanno venire voglia di riscoprire nuovi sapori dall'uso di ingredienti poco apprezzati.
Della trippa in cucina ho vari ricordi! Quella che preparava mia nonna era grigia e dall'odore intenso (per non dire nauseante). Solo dopo averla pulita, trattata e cucinata il suo profumo diventava stuzzicante ed il connubio con pomodoro e origano creava un sughetto molto saporito dove affondare il pane per una generosa scarpetta.
Ho in parte ripreso quella ricetta, arricchendola con le fave di stagione, della pancetta e qualche odore in più dato dal sedano e dalla carota! Ce la siamo pappata a mò di merenda, in un bel panino.
Per chi ama i sapori piccanti, consiglio una generosa presenza del peperoncino.
Trippa e fave
Dosi per 4/6 persone
- 200 g di trippa mista (io ho usato rumine e reticolo bovino- in foto)
- 600 g di fave fresche
- 100 g di pancetta tesa
- 1 grossa cipolla
- 1 carota
- Sedano essiccato
- Origano essiccato
- 200 g di pomodorini pachino
- 1/2 bicchiere di vino bianco secco
- Peperoncino macinato
- 4 cucchiai di olio d'oliva
- Sale
- Sgranare e lavare le fave
- Lavare la trippa e tagliarla a listerelle con una forbici per alimenti, quindi tamponarla con della carta da cucina per assorbire l'acqua in eccesso.
Rumine e reticolo (quello a celle) |
- Proseguire la cottura per qualche minuto, quindi addizionare la trippa e le fave, lasciar insaporire poi sfumare con il vino.
- Aggiungere i pomodori pachino tagliati a metà e salare.
- Proseguire la cottura per almeno 30/40 minuti, a fiamma moderata, aggiungendo il peperoncino a metà cottura.
- Servire caldo, in coccottine da portata oppure in panino.
Con questa ricetta partecipo alla sfida MTC di aprile
Mi piace tantissimo la trippa.. ma da quando non vivo più con mia mamma non l'ho più mangiata.. ottima proposta in abbinamento alle fave!!!!! :-DDDD smack
RispondiEliminaEcco questo è l'unica parte del quinto quarto che mangio! L'ho riscoperta da poco e mi piace molto! Buona e gustosa la tua ricetta! Un bacione
RispondiEliminaSai che non ho mai mangiato la trippa??sarò tra i pochi ma non mi è mai capitato di assaggiarla ma conto di rimediare perchè sento parlare benissimo di questo piatto e la tua versione è molto saporita!!Bacioni,Imma
RispondiEliminaWow..gran bella combinazione..io amo la trippa!!! :PP
RispondiEliminaCiao cara,sempre bravissima..;-)
che bella questa ricetta della tradizione. A me la trippa non piace ma mio marito imopazzirebbe per un piatto così ! ciao e un abbraccione !!!
RispondiEliminaW le nonne che in questa sfida stanno venendo fuori in maniera importante! Hai ragione: grazie a questa sfida si possono trovare nuovi spunti per riportare in tavola piatti dimenticati o comunque ingredienti diversi dal solito in una nuova veste....forse anche più appetibile ai più. La trippa di tua nonna era quella originale...da un certo punto di vista più sana di quella che mangiamo noi: sbianchita e precotta...ma forse se ce la trovassimo così grigia non la compreremmo, insomma dovremmo fare uno sforzo ulteriore. Forse le nonne avevano gli stomachi più forti! Mi piace questa versione di trippa con le fave primaverili e l'origano che regala la sua nota caratteristica. Mi smorzi il dolce delle fave con il guanciale e anche questo piccolo accorgimento mi piace. Me lo immagino perfettamente in un panino e concordo con te sull'aggiunta del peperoncino! Un bacio grazie cri
RispondiEliminaIo adoro la trippa con tutta me stessa ed è l'unico quinto quarto che mangia mio marito. Ma con le fave non l'ho mai provata. Penso che la prossima volta la proverò così, grazie!!
RispondiEliminaLa trippa la mangio solo preparata dalla mia mamma, ammetto la mia pigrizia, ma questo piatto con le fave, sa enderla anche particolarmente primaverile!
RispondiEliminaBrava :)
ma dai, con le fave non l'ho mai sentita... e mi piace, invece, eccome se mi piace. Anche nella versione nel panino, che rende ancora più primaverile questa versione. Ma quello che mi piace più di ogni cosa è questo uso del plurale, nel "ce la siamo mangiata", che lascia sottintendere che sia piaciuta a tutti, senza le remore che di solito si hanno su questi piatti: il che è il miglior attestato di bontà. Complimenti!
RispondiEliminaNeppure io avevo mai visto questa "unione" realizzata. Ma siccome qui da me piace la trippa e sono tutti golosi di fave, penso che dovrei decisamente proporla... Grazie Natalia!
RispondiEliminaDa romano il quinto quarto è tradizione e bontà.. amo tutto: la trippa, la pajata, la coratella, la coda, la lingua, l'animelle, il cervello, la coppa di testina ecc..
RispondiEliminaLa trippa la preparo alla romana, soffritto, sfumata con il vino, pomodoro, mentuccia e pecorino, o fritta, passata nella semola e gettata in abbondante olio di arachidi.
Le fave, invece, le mangio solo crude con il pecorino e un buon bicchiere di bianco di Cerveteri
Non ho mai provato la trippa ripassata nella semola e poi fritta. Deve essere una vera bontà. La proverò. Grazie.
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