- ingredienti di una volta, quelli che in nostri nonni usavano in cucina e che oggi non è più usanza preparare;
- ingredienti autoctoni, ovvero quelli che sono nati sul territorio e per questo hanno caratteristiche organolettiche precise, che sono dovute proprio al territorio di appartenenza.
La "vrenna" l'ingrediente di una volta per fare il pane 🍞
Come sempre quando devo preparare una ricetta seguendo usi e tradizioni di un tempo mi rivolgo alle persone che hanno una certa età.
Visto il tema del mese ho subito pensato che mi sarebbe piaciuto utilizzare un ingrediente del passato. L'idea era caduta su un pane che fanno nelle zone in cui abito con una farina rustica, molto antica, un prodotto di nicchia insomma, poco conosciuto tra i giovani, infatti sono prevalentemente le persone anziane che lo consumano, forse perché ricorda loro i sapori di un tempo o forse perché lo ritengono più salutare. Chiedendo informazioni su questo pane e la sua farina e parlandone con i miei suoceri ci è venuta in mente la "vrenna" ingrediente che in passato veniva usato proprio per la panificazione. Ne avevo anche io delle reminiscenze, un vago ricordo di mia nonna che usava la "vrenna" o di una volta che l'avevo mangiata a colazione nel latte.
La fibra: una fonte preziosa per la nostra salute 💪
Oggi la vrenna è usata nell'alimentazione del bestiame, conigli in particolare🐇. In poche parole è considerato un prodotto di scarto e basta. Quando i miei suoceri mi hanno raccontato del pane fatto con la vrenna mi hanno anche detto che oggi ci ammaliamo di più perché non usiamo questi prodotti che fanno tanto bene alla salute.
- aumentare il senso di sazietà degli alimenti;
- regolare le funzioni intestinali, prevenendo la stipsi;
- prevenire l'accumulo di sostanze tossiche, diminuendo il contatto tra residuo fecale e la mucosa intestinale.
Pane con la vrenna a lievitazione naturale
- 500 g di farina 0
- 50 g di vrenna/crusca
- 80 g di pasta madre attiva
- 400 ml circa di acqua a temperatura ambiente
- 12 g di sale fino
- Miscela la farina con la crusca, versala nel cestello della planetaria e aggiungi 350 ml di acqua. Inizia a lavorare, con il gancio impastatore, a velocità 1 fino a che gli ingredienti non sono ben amalgamati tra di loro. Lascia riposare per 40 minuti.
- Trascorso il tempo di riposo, aggiungi i lievito madre sciolto nella restante acqua e procedi con l'impasto a velocità media, lavorandolo per una ventina di minuti.
- Aggiungi il sale sciolto in poca acqua verso gli ultimi 10 minuti di lavorazione.
- Rovescia l'impasto su una spianatoia leggermente infarinata e procedi con delle pieghe a tre ogni 45 minuti. Ogni volta ricopri il panetto con una ciotola di plastica. Ripeti l'operazione tre volte.
- Alla terza piega, dai la forma al pane e trasferiscilo in un cestino di lievitazione rivestito di un canovaccio pulito, cosparso di farina.
- Richiudi il cestino in una busta per alimenti e trasferisci in frigo per il riposto, in alternativa, se vuoi infornare la mattina presto, lascia il cestino al caldo tutta la notte.
- Il giorno dopo riprendi il cestino dal frigorifero e fai ambientare il pane per alcune ore.
- Accendi il forno alla massima temperatura (240°C), io metto una ciotola di ceramica con l'acqua al suo interno per creare il giusto vapore.
- Rovescia il pane su una teglia da forno leggermente infarinata, fai le incisioni con un coltello e inforna.
- Lascia cuocere per 30-45 minuti, il tempo dipende molto dal forno. I primi 15 minuti cuoci alla temperatura massima, poi abbassa pian piano fino a 200 °C
- Il pane sarà pronto quando avrà preso un bel colore dorato e battendo sotto con le nocche sentirai un rumore sordo.
- Sforna e lascia raffreddare.
Ed ecco le altre ricette regionali
Liguria: fagottini di prosciutto con asparagi viola su crema di patate
Lombardia: Risotto al Barbera dell’Oltrepò Pavese con timo e cialda di Grana Padano
Trentino-Alto Adige: Insalata di asparagi bianchi
Veneto: Dolce di polenta biancoperla
Emilia-Romagna: Confettura di Fragole di Romagna con aceto balsamico di Modena
Toscana: Bringoli di farina di grano Verna al sugo finto
Umbria: Pesche al vino Grechetto di Todi in gelatina
Marche: Ciambella caffè e anice
Lazio: Spaghetti ubriachi di Cesanese, vitigno autoctono del Lazio
Abruzzo: Ciambelline al vino e anice, con farina di Solina
Puglia:Capunti di semola Senatore Cappelli con la rucola
Basilicata: Zuppa di cipolle e cicerchie
Calabria: Pitticelle di cipolle di Tropea
Sicilia: Le interiora grigliate: Taiuni, virina e stigghioli
Sardegna: Tomino con Speck di Desulo glassato al miele di Pompia e con perle di Pompia
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Ma quanto deve essere buono questo pane, Nat! La perdita di alcuni ingredienti è un gran peccato :)
RispondiEliminaChe ricetta interessante, conoscevo la vrenna ma il tuo pane ha un aspetto davvero invitante, viene volgia di spalmare una fetta di marmellata e goderselo a colazione. Mi è piaciuto anche il proverbio di accompagnamento.
RispondiEliminaNon ne avevo mai sentito parlare della vrenna e comunque sei bravissima a fare il pane, complimenti!
RispondiEliminaNatalia, anche qui una volta si usava la crusca per fare il pane...Non si buttava via nulla! Il tuo pane è strepitoso!
RispondiEliminaBaci,
Mary
Un post davvero interessante. La riscoperta degli ingredienti e dei relativi sapori del passato suscita grandi emozioni. Un pane meraviglioso ☺️
RispondiEliminaMa quante cose si imparano con questa rubrica....sono sempre più felice di far parte di questo bel gruppo! Non avevo mai sentito parlare della Vrenna, ora so cos'è e come si impiega....Grazieeeeee
RispondiEliminaimmagino che la vrenna sia la crusca, o sbaglio? Un modo per rendere il pane saporito e profumato! buonissimo!
RispondiEliminaCara Nat, mi chiedevo cosa fosse la vrenna, non l’ho mai sentito questo termine con la crusca io ci devo andare piano piano ma mi piace un sacco! Bellissimo pane come sempre
RispondiEliminaMi piacciono molto questi pani rustici, complimenti!!!
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